Pericolo social network tra i giovani, vediamo come difenderli

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I rischi dei social network: dal phishing al cyberbullismo, i consigli per difendersi

I pericoli sono ovunque, e anche sui social network, chi pensa che siano posti sicuri si sbaglia di grosso, e passati e recenti fatti di cronaca ne sono la prova.

Cyber bullismo, phishing (di cui abbiamo parlato in questo articolo), sextortion sono fenomeni per cui la legge prevede punizioni anche salate.

Ma il monito di una punizione non è sufficiente a fermare l’illegalità che serpeggia sul web e soprattutto nei social network, e le vittime più a rischio sono i giovani.

Da un’indagine di Save The Children risulta che l’età di accesso ad internet è sempre più bassa, i bambini iniziano ad accedere ad internet già a 6 anni, e quasi la totalità degli adolescenti è un utente attivo e costante.

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Quali rischi corriamo sui social

Tenendo conto che la stragrande maggioranza dei contenuti che viene pubblicata sui social network, siano essi Facebook ed Instagram, riguardano immagini personali: selfie, immagini di vita privata e personali, che cediamo a questi colossi con il diritto di utilizzo, perdendone di fatto la proprietà ed il controllo. Una volta pubblicato siamo fritti, e le nostre immagini possono finire chissà dove, anche nei mercati di pedo pornografia sommersi, oppure essere usate a fini di estorsione se il contenuto era in qualche modo compromettente.

Ma i pericoli riguardano anche i nostri dati sensibili, basti pensare a quante volte inseriamo i dati della nostra carta di credito o le password per fare acquisti o semplicemente accedere a quale servizio.

Potremmo continuare all’infinito, abbiamo già affrontato in passato l’argomento e ci ritorneremo.

Ma le tematiche che vogliamo portare in luce in questo articolo riguardano in special modo alcuni pericolosi fenomeni che quotidianamente si consumano nel web ed in special modo sui social come Facebook ed Instagram, ossia:

  • furto di identità;
  • diffusione illecita di immagini;
  • pedopornografia, sextortion, sexting e grooming;
  • cyberbullismo;

Furto d’identità

Sostanzialmente attraverso pratiche come il phishing l’utente è sollecitato a cliccare su link pericolosi che sono volti al furto delle credenziali di accesso, che permettono a questi delinquenti digitali di sostituirsi virtualmente (avendo accesso alle password e login) al povero malcapitato derubandolo delle sue sostanze.

 

Diffusione illecita di immagine

Come già accennato quando pubblichiamo un’immagine sui social, tipo fecebook, instagram ma anche whatsapp queste diventano di pubblico dominio e ne perdiamo di fatto il controllo.

L’uso non autorizzato di queste immagini può provocare un danno sia patrimoniale ma anche di reputazione e quindi ledere l’identità personale, ripercuotendosi nei rapporti sociali, sulla credibilità della persona e magari creandoci problemi anche in abito professionale. Certo possiamo richiedere i danni, ma la strada è lunga e perigliosa ed il fegato non ve ne sarà sicuramente grato.

 

Tutti i pericoli del web, uno per uno

I social network sono una foresta pericolosa in cui si possono fare pessimi incontri e vivere avventure negative.

Capita per esempio di “stringere amicizia” con sconosciuti che di primo acchito sembrano affidabili, schietti ed amichevoli, ma che dopo aver accolto la fiducia del malcapitato/a iniziano a chiedere soldi in prestito, fotografie spinte per poi ricattare la vittima o peggio ancora stalkerare.

 

Le statistiche dicono che le vittime più frequenti sono minorenni che cadono vittima di:

  • pedopornografia: adulti che tentano di ottenere favori sessuali da minorenni sia in forma virtuale attraverso la richiesta di immagini e video spinti della vittima, sia come incontri reali. Senza contare che poi queste immagini vengono fatte circolare tra i pedofili e magari anche rivendute.
  • sextortion: quando informazioni, foto o video compromettenti vengono usate per ricattare la vittima, minacciandone la pubblicazione. Qui si tratta di estorsione.
  • sexting: quando immagini, video spinti vengono diffuse via chat e spesso con l’obiettivo di prostituzione in cambio di soldi o anche ricariche telefoniche.attraverso i profili compilati dagli utenti, sia possibile ottenere informazioni quali l’età, il sesso o altro in relazione alla vittima scelta.

Da indagini recenti è emerso che  le ragazze condividono più spesso dei maschi foto o video personali non rendendosi conto della pericolosità del loro comportamento e delle conseguenze che questo potrebbe portare.

 

Cyberbullismo

Bullismo e cyberbullismo se ne sente parlare spessissimo purtroppo, e le conseguenze talvolta sono fatali per le vittime che sopraffatti decidono di compiere anche atti estremi. Questo fenomeno riguarda maggiormente i giovani, che molte volte riprendono questi atti di sopraffazione verso i più deboli per poi pubblicarli in rete (es. youtube) scatenando commenti negativi, i insulti, e discriminazioni che poi a scascata di riversano su vari canali sociali.

 

La Polizia di stato ha resa disponibile un’app che si chiama  “You Pol” per contrastare il fenomeno del bullismo e dello spaccio di stupefacenti soprattutto tra i più giovani.

Attraverso l’app i giovani possono interagire con la Polizia di Stato inviando segnalazioni geolocalizzate (immagini o testo) relative a episodi di bullismo e di spaccio di sostanze stupefacenti, così che le forze dell’ordine possano intervenire quanto prima.

 

Come difendersi dai rischi dei social e del web

Ecco alcuni consigli utili

  • non pubblicare foto di altri senza il loro consenso;
  • non pubblicare dati personali;
  • cambiare spesso la password e non usare sempre la stessa;
  • impostare la  privacy dei social e renderla più restrittive;
  • non accedere ai profili social, non effettuare acquisti online o operazioni bancarie utilizzando Wi-Fi pubblici e aperti;
  • se si accede al proprio profilo social o all’account della nostra banca, da un pc pubblico od utilizzato da altri non salvare mai la password ed effettuare sempre il logout;

attivare il tutti gli strumenti messi a disposizione per effettuare il parental control (ad esempio: Safe Search di Google Chrome, Safety Family di Microsoft e software appositamente creati) al fine di controllare le attività al cellulare o al computer dei minori.

 

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