Ad affermare questa emergenza è la Coldiretti del Veneto e in particolare l’assessore regionale Giuseppe Pan.
La cimice asiatica in questi ultimi anni ha aumentato la sua presenza anche nel nord Italia. Con l’avvicinarsi della stagione autunnale questi insetti tendono ad avvicinarsi alle abitazioni o ad altri luoghi riparati e caldi, per trovare un rifugio per l’inverno, diventando un ospite indesiderato e, in alcuni casi, assolutamente invadente e fastidioso. Come la cimice verde non è assolutamente dannosa per l’uomo e per questo non è previsto alcun intervento di disinfestazione, proprio perché questo insetto non punge e non trasmette malattie né all’uomo né agli animali, ma i danni che arreca riguardano i raccolti.
Tutte le campagne del territorio sono interessate dalla presenza della cimice asiatica anche se le province più colpite inizialmente risultavano Padova e Rovigo. I danni si allargano dai frutteti agli orti alle piante ornamentali I danni maggiori li ha arrecati alle mele, pere, pesche e kiwi. Se le province più colpite inizialmente risultavano Padova e Rovigo, successivamente sono state colpite anche Treviso, Venezia e Verona, dove più si concentra la produzione di frutta regionale. Le rilevazione sul territorio segnano perdite nella media del 40% per la soia, del 30% per l’orticoltura. Le punte massime riguardano il pero con percentuali fin all’80%, meo, pesche e nettarine contano perdite di raccolto attestate intorno al 40% e al 35%. Per ora l’unica difesa contro questi insetti sono le reti a difesa dei campi.
La Regione ha finanziato fino all’80% per l’acquisto e l’installazione di reti protettive destinandovi risorse per oltre 800 mila euro e attivando il Fondo emergenze in agricoltura, con una disponibilità di circa 2 milioni di euro per il pagamento di indennizzi a ristoro dei danni non essendo in questo caso assicurabili le perdite del raccolto.
Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici. Tutto questo si è accentuato negli ultimi anni, come il moltiplicarsi di eventi estremi.
La cimice asiatica o cimice marmorizzata si rigenera 3 o 4 vote l’anno, ogni femmina depone 400 uova, limitando ancora di più l’efficacia degli insetticidi, dei quali i coltivatori non possono comunque abusare. Gli unici insetti antagonisti vivono in Asia ma ne è vietano l’importazione per non alterare il nostro ecosistema. C’è però un progetto finanziato dalla Regione che può consentire ai ricercatori dell’università di Padova di capire come si comporta la cimice, scovarne i punti deboli e indirizzare al meglio gli interventi chimici fisici e biologici di contrasto. In attesa che la ricerca ottenga risultati sperimentali su vasta scala, la Regione continua a sostenere i prodotti ortofrutticoli ammettendo gli investimenti finalizzati alla difesa attiva, come l’acquisto e la collocazione di reti antinsetto. Sono investimenti utili per migliorare le prestazioni e la competitività dell’impresa agricola, che possono godere di contributi dal 40 al 60 % fino all’80% della spesa sostenuta, a seconda dei soggetti e delle zone interessate.
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