Italia tra i principali esportatori mondiali di rifiuti in plastica.
E’ quanto afferma Greenpeace, secondo la quale i Paesi del Sud-Est asiatico sono diventati le destinazioni privilegiate non soltanto per quanto riguarda i materiali plastici gettati nel Bel Paese, ma più in generale per quelle provenienti dalle nazioni occidentali.
L’Italia si posiziona, secondo un rapporto di Greenpeace (vedi articolo), all’11esimo posto tra i 21 maggiori esportatori di rifiuti in plastica: poco meno di 200 mila tonnellate nel 2018 equivalenti. Tra le rotte più percorse, oltre a destinazioni europee come Austria, Germania, Spagna, Slovenia e Romania, quelle verso Malesia, Turchia, Thailandia, Vietnam e Yemen, nazioni che non dispongono di sistemi di recupero/riciclo adeguati.
Tra l’altro da quando la Cina ha deciso il bando all’importazione di rifiuti in plastica il sistema di riciclo della plastica su scala globale è andato in tilt. E questi rifiuti hanno iniziato a percorrere altre strade, soprattutto verso nuovi Paesi, principalmente del Sud-est asiatico i quali non sono dotati di regolamentazioni ambientali rigorose.
La Cina non vuole più i rifiuti dell’Occidente.
“Nel 2018 la Cina ha cambiato politiche sull’import di rifiuti in plastica e ciò ha svelato la crisi del sistema di riciclo globale. Riciclare non è la soluzione, sono necessari interventi che riducano subito la produzione, soprattutto per quella frazione di plastica spesso inutile e superflua rappresentata dall’usa e getta che oggi costituisce il 40 per cento della produzione globale di plastica” dichiara Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Spostare la destinazione dei nostri rifiuti non è sicuramente la soluzione, tutt’altro. Ci auguriamo che presto anche il popolo italiano abbracci in toto la gestione differenziata dei rifiuti per diminuirne l’impatto ambientale a breve e lungo termine.
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