Quest’anno la tassa sui rifiuti costa in media 300 euro l’anno a famiglia tipo composta da tre persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadrati: una situazione di stabilità rispetto al 2016, anche se quello che incide molto sono le differenze fra regione e regione e fra città e città. Nella città più cara, Cagliari, la Tari comporta una spesa di ben 549 euro, lontanissimo dalla tariffa che invece si paga a Belluno, che si ferma a 149 euro.
Aumentano anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2016, si è arrivati a una media nazionale del 52,5% anche se un quarto dei rifiuti finisce ancora in discarica. Le regioni più virtuose sono Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, mentre fanalino di coda sono la Sicilia, l’unica a non raggiungere la soglia del 20%, e il Molise.
L’ indagine quest’anno “si inserisce in un contesto paradossale in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi a Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie cosiddetta “Tari gonfiata”. Ammesso l’errore, si lascia, l’onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini, che hanno già subito i danni degli errori, al fine di poter richiedere il rimborso delle somme indebitamente pagate. Si chiede almeno che i Comuni diano sostegno alle famiglie nei calcoli di quanto effettivamente avrebbero dovuto pagare”.
Aumentano anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2016, si è arrivati a una media nazionale del 52,5% anche se un quarto dei rifiuti finisce ancora in discarica. Le regioni più virtuose sono Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, mentre fanalino di coda sono la Sicilia, l’unica a non raggiungere la soglia del 20%, e il Molise.
L’ indagine quest’anno “si inserisce in un contesto paradossale in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi a Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie cosiddetta “Tari gonfiata”. Ammesso l’errore, si lascia, l’onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini, che hanno già subito i danni degli errori, al fine di poter richiedere il rimborso delle somme indebitamente pagate. Si chiede almeno che i Comuni diano sostegno alle famiglie nei calcoli di quanto effettivamente avrebbero dovuto pagare”.
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