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Il Governo dice che nella Legge di Stabilità non ci sono tagli alla sanità pubblica, ma i medici non la pensano così. Ad incrociare le braccia saranno i medici dell’ospedale e quelli di famiglia. Le sigle sindacali del settore protestano contro il “grave e perdurante disagio ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Servizio sanitario nazionale”.
In una nota congiunta i sindacati spiegano che la protesta è “contro il mancato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, ma è anche una risposta ai recenti provvedimenti varati dal Governo, con l’unico obiettivo del risparmio economico, sempre meno legati all’obbligo di rispondere ai loro bisogni assistenziali secondo principi di equità, giustizia e sicurezza”.
I medici hanno ricordato le molte ragioni della loro mobilitazione, che partono da una difesa del servizio sanitario pubblico e del diritto alla salute e comprendono la pari dignità dei pazienti nelle diverse realtà regionali. Ma i camici bianchi difendono anche la dignità del loro lavoro e il futuro dei giovani dottori e si battono contro i tagli alle prestazioni ai cittadini e l’indifferenza del governo ai problemi della sanità.
“Il Patto per la Salute” prevedeva, per il 2016, 115,4 miliardi per il Fondo Sanitario Nazionale. Nella Legge di stabilità vengono assegnati solo 111 miliardi di euro. Una cifra del tutto insufficiente a far fronte alla domanda di salute dei cittadini. Questi nuovi tagli alle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale avranno effetti disastrosi su qualità e disponibilità di servizi e prestazioni.
In tal modo si delinea una spinta sempre più forte verso servizi e prestazioni della sanità privata, prerogativa esclusiva di chi potrà permetterselo.
Il Governo dice che nella Legge di Stabilità non ci sono tagli alla sanità pubblica, ma i medici non la pensano così. Ed hanno proclamato uno sciopero generale di 24 ore per il 16 dicembre. Ad incrociare le braccia saranno i medici dell’ospedale e quelli di famiglia. Le sigle sindacali del settore protestano contro il “grave e perdurante disagio ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Servizio sanitario nazionale”.
In una nota congiunta i sindacati spiegano che la protesta è “contro il mancato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, ma è anche una risposta ai recenti provvedimenti varati dal Governo, con l’unico obiettivo del risparmio economico, sempre meno legati all’obbligo di rispondere ai loro bisogni assistenziali secondo principi di equità, giustizia e sicurezza”. E’ forte l’accusa dei camici bianchi che denunciano “la mortificazione del ruolo, dell’autonomia e delle responsabilità dei medici, il cui esercizio professionale di garanzia viene intimidito e limitato”.
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