Falso olio extravergine, dopo Lidl multati gli oli Carapelli, Bertolli, Sasso e Coricelli

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L’azione dell’Antitrust contro il falso olio extravergine è continua e inesorabile: prima Lidl, multata per 500mila euro per avere venduto olio extra vergine con il marchio Primadonna che, secondo l’autorità e i risultati della prova organolettica, conteneva al contrario olio vergine di oliva. Falsificando “in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore in realazione al prodotto pubblicizzato dal professionista”.

Poi sono arrivate le multe per pratica commerciale scorretta anche a Carapelli, Bertolli e Sasso – tutti marchi del gruppo Deoleo – e Coricelli, rispettivamente per 300mila e 100mila euro.

Come attesta l’Antitrust è “ingannevole l’indicazione ‘olio extravergine di oliva’”, riportata sulle confezioni, in quanto questi oli sono risultati essere semplicemente “vergini”.

Ciò che è importante in termini di tutela del consumatori è che la sentenza dell’Authority ribadisce la validità della prova organolettica, da affiancare ai test analitici al fine di stabilire se un dato olio possa essere classificato come extra vergine, dato che è possibile aggiungere in modo fraudolento olio di categoria inferiore all’extra vergine senza sforare i parametri chimici previsti dalla legge. Ed è per questo che la prova organolettica assume una valenza fondamentale.

Tutto è iniziato con l’esito delle analisi di laboratorio condotte nel mese di maggio 2015 dalla rivista mensile Test Salvagente su 20 marche di olio extra vergine di oliva venduto sugli scaffali dei supermercati. Test Salvagente aveva evidenziato difetti di: riscaldo, rancido, muffa e umidità in diverse bottiglie che, secondo la rivista, non potevano essere vendute come extra vergine come dichiarato in etichetta.

Qualche mese dopo (novembre 2015) Raffaele Guariniello della procura di Torino fa prelevare dai Nas alcuni campioni di olio e li invia al laboratorio dell’Agenzia delle Dogane. Il responso conferma la presenza di irregolarità e di difetti organolettici per i seguenti marchi: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Primadonna e Antica Badia.

Nel quantificare la multa inflitta a Lidl l’Antitrust, vista la “gravità della violazione” ha tenuto conto sia del fatturato dell’azienda (3 miliardi di euro circa) sia della “diffusione della pratica” avvenuta anche per mezzo di volantini cartacei e in un caso sul web, oltre che per il fatto che la pratica commerciale è stata posta in essere dal 16 giugno 2015 ed è ancora in corso.

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