CHIAMATE INDESIDERATE
Il 4 febbraio è entrata in vigore la norma sulle chiamate indesiderate per mettere un freno al telemarketing aggressivo.
Queste le novità:
• potenziamento del registro delle opposizioni grazie all’introduzione di numeri di telefonia mobile (in precedenza era possibile scrivere solo i numeri fissi) e anche quelli assenti dagli elenchi pubblici;
• una volta iscritti al registro, tutti i consensi dati in precedenza (sia online che offline) sono cancellati;
• gli operatori dei call center devono indicare all’utente come hanno ottenuto i suoi dati personali (da elenchi pubblici o dall’acquisto di banche dati).
Uno degli aspetti del disegno di legge su cui il dibattito è stato più acceso è il cosiddetto “prefisso unico“: una prima versione della normativa prevedeva che tutte le chiamate pubblicitarie fossero riconoscibili da un codice che sarebbe lo stesso per tutte le società di call center. La lobby dei call center ha però ottenuto un compromesso: il prefisso unico anti-scocciatori raddoppia, uno per riconoscere le chiamate commerciali ed un altro per le indagini statistiche. Inoltre il testo consente ora agli operatori che non si adeguano al prefisso unico, la facoltà di usare una numerazione “ricaricabile” per consentire un contatto da parte del consumatore. Entro il 5 maggio 2018, l’Agcom ha il compito di identificare i codici o prefissi indicati, mentre i call center dovranno adeguare le numerazioni telefoniche facendo richiesta di assegnazione delle relative numerazioni entro il 5 aprile.
• potenziamento del registro delle opposizioni grazie all’introduzione di numeri di telefonia mobile (in precedenza era possibile scrivere solo i numeri fissi) e anche quelli assenti dagli elenchi pubblici;
• una volta iscritti al registro, tutti i consensi dati in precedenza (sia online che offline) sono cancellati;
• gli operatori dei call center devono indicare all’utente come hanno ottenuto i suoi dati personali (da elenchi pubblici o dall’acquisto di banche dati).
Uno degli aspetti del disegno di legge su cui il dibattito è stato più acceso è il cosiddetto “prefisso unico“: una prima versione della normativa prevedeva che tutte le chiamate pubblicitarie fossero riconoscibili da un codice che sarebbe lo stesso per tutte le società di call center. La lobby dei call center ha però ottenuto un compromesso: il prefisso unico anti-scocciatori raddoppia, uno per riconoscere le chiamate commerciali ed un altro per le indagini statistiche. Inoltre il testo consente ora agli operatori che non si adeguano al prefisso unico, la facoltà di usare una numerazione “ricaricabile” per consentire un contatto da parte del consumatore. Entro il 5 maggio 2018, l’Agcom ha il compito di identificare i codici o prefissi indicati, mentre i call center dovranno adeguare le numerazioni telefoniche facendo richiesta di assegnazione delle relative numerazioni entro il 5 aprile.
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